I ragazzi grandi by Carlo Collodi

I ragazzi grandi by Carlo Collodi

autore:Carlo Collodi [Collodi, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788838905674
editore: Sellerio editore
pubblicato: 1989-08-30T16:00:00+00:00


Nota

di

Daniela Marcheschi

Nei mesi di marzo-aprile 1873, in appendice al «Fanfulla» appaiono I ragazzi grandi. Bozzetti e studi dal vero di Carlo Collodi.1 Il racconto lungo in due parti, ma meglio sarebbe dire romanzo – l’ultimo di Lorenzini scrittore per adulti – è la trasposizione narrativa abbastanza fedele (e spesso, addirittura, una sorta di vera e propria trascrizione, specie per quanto riguarda i dialoghi) della commedia in due atti I ragazzi grandi. Questa, uno dei soli sei testi teatrali collodiani, fu messa in scena a Firenze dall’allora nota compagnia Sadowski fra il luglio e l’agosto del 1873, come risulta da un articolo dello stesso Lorenzini, I ragazzi grandi a Frosdhorff, edito nel «Fanfulla» del 21 agosto di quell’anno:

Tutte queste cose, ed altre ancora, mi balenarono per il capo, un venticinque giorni fa, quando portai a Cesare Rossi quella mia commediola in due atti, intitolata I ragazzi grandi.

– La faccio per la mia serata! – mi disse Cesare senza turbarsi e senza alterare minimamente quel suo viso farinaceo e tutto d’un colore, che pare una casa rimbiancata il giorno avanti, per ordine del municipio.

La commedia, come tu sai, veleggiò con venti favorevolissimi fino alla terzultima scena (debbo dire, per la verità, che questa povera barchetta era capitanata dal mio amico Cesare, un vecchio lupo di mare che me lo giuoco con qualunque altro; e insieme a Cesare c’erano la Campi, la Bernieri, la Leigheb, la Corsi, il Ceresa, il Leigheb e il Mariotti, o, come chi dicesse, tutta la fine fleur della Compagnia Sadowski).2

È proprio la commedia – di cui si conservano presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze due redazioni manoscritte3 – a funzionare, come vedremo meglio, da raggio vettore, da nucleo proliferante di altri testi, che riescono ad acquisire una loro indipendenza, nonostante identità di personaggi, situazioni e via dicendo. È quanto accade molto spesso di constatare, procedendo nell’intricata opera collodiana, dove le riprese e gli scambi sono fitti e continui, nonostante manchi ancora un quadro dai tratti ben definiti e filologicamente completo del lavoro di Carlo Lorenzini.4

«Bozzetti e studi dal vero» I ragazzi grandi non lo sono nel modo in cui probabilmente si aspetterebbe il lettore un poco esperto della nostra storia letteraria, e che si soffermi sull’epoca di pubblicazione di questo testo: il periodo del trapasso dalla Scapigliatura al regionalismo verista, che di bozzetti e studi dal vero offrì appunto una gran messe di esempi. Piuttosto, il sottotitolo parrebbe un ‘omaggio’ ai fermenti del realismo del tempo, e da doversi circoscrivere a un semplice riferimento alla realtà sociale o meglio morale – uno spaccato del matrimonio borghese –, alla generica osservazione del vero degli uomini e delle cose, alla vivacità delle scenette realistiche proposte. I mezzi più utili per orientarsi sembrano invece, nel caso di Lorenzini, le «divagazioni»: quel genere di articoli, quadretti, «macchiette» umoristiche che mettono alla berlina (fra il comico e il serio) aspetti, figure e problemi della realtà istituzionale e che sono stati la vera palestra del Collodi ironico ‘maggiore’ – delle Avventure di Pinocchio per intendersi.



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